Adesso tu by Giorgio Panariello

Adesso tu by Giorgio Panariello

autore:Giorgio Panariello [Panariello, Giorgio]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852093975
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


L’albero di Natale

Non esiste magia più magia di quella del Natale. E finalmente, dopo tanto tempo, quel Natale lo avremmo preparato assieme. Perché Natale non è soltanto il pranzo con i parenti. No, la vera gioia del Natale è il rito, l’attesa, la preparazione, il presepe, l’albero. Già, l’albero. Si fa presto a dire albero di Natale. Ogni anno i soliti dubbi. Vero o finto? Vero è più bello, però poi perde gli aghi, non sai mai se riuscirai a farlo sopravvivere, non sai se ha bisogno d’acqua, ci vuole la luce giusta. Finto è un po’ triste, ma almeno non muore. Però inquina. Dopo anni di alberi veri, avevo deciso che era arrivato il momento di quello finto. L’idea che il mio alberello vero potesse finire come legna da ardere, una volta strappato alla sua montagna, mi metteva un po’ di tristezza e allora, che fosse finto! Che ci vuole a prendere un albero di Natale finto!

«Cosa preferisce? Un modello alpino 1085 rami? Un premium verde innevato 550 rami folto con pigne? Uno Snowy Alaskan?»

Ti guardai chiedendo aiuto. Il tuo sguardo cadde su un pino tirolese. E pino tirolese fu. Due metri e mezzo di finto pino tirolese. Fortunatamente il commesso capì il mio disagio e mi assicurò che nei 240 euro di plastica era compreso il trasporto a domicilio. E così il nuovo albero di Natale era entrato nelle nostre vite. Però era ancora un po’ ignudino, bisognava rivestirlo a festa! Albero nuovo, decorazioni nuove! E che ci vuole!

Intanto ci vuole il portafoglio. Addobbare un albero di Natale richiede un bell’investimento. Ma andiamo avanti. Entrammo nel negozio immaginando di trovare tre o quattro palle diverse su cui concentrare la nostra attenzione. Le palle tra cui fare la scelta erano un migliaio, per non parlare dei pupazzetti, animaletti, ballerine in cristallo che si potevano aggregare. Praticamente entrammo dentro un caleidoscopio. Ovunque girassimo gli occhi c’era qualcosa che luccicava. Non era semplice tenerti tranquilla. Ti avvicinavi a quel mondo colorato con l’incanto di chi vede per la prima volta il paese dei balocchi. Ti incuriosivano le forme, i colori. Avevo il timore che improvvisamente ti saresti messa a correre come una matta scatenata. E invece rimanesti calmissima. Ti soffermasti davanti a una palla di vetro che sembrava contenere della polvere dorata. Era ricolma di stelline che fluttuavano nel vuoto. Fu la prima che comprammo. Poi ne seguirono altre, molte altre. Quella con dentro piccole pigne, quella smaltata, quella di finta pelliccetta.

Venne poi il turno delle luci. E la scelta fu molto più rapida. Puntasti direttamente su quelle bianche che si accendevano a ritmo differenziato. E luce fu.

Quando ci presentammo alla cassa, la ragazza che doveva essere lì da ore ci guardò come se dovessimo addobbare l’albero più bianco e dorato dell’universo. Ma soprattutto comprese che avrebbe dovuto incartare decine di palle l’una diversa dalle altre. Ovviamente chiesi anche a lei se potevo avere tutto direttamente a casa. Come risposta, dovemmo uscire con due sacchi enormi di addobbi e il terrore che le mie banconote potessero trasformarsi in un attimo in polvere di vetro.



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